Ci sono situazioni (per me non sono tante) in cui sono fiero di essere italiano. E’ una sensazione che ho provato qualche settimana fa, a Parigi, durante un bel viaggio gastro-amichevole quando ho rincontrato l’amico Giovanni Passerini. Giovanni, romano, un paio d’anni meno di me, tra le altre cose è stato il brillantissimo cuoco dell’ultima fase di Uno e Bino, mitico ristorante in Roma (San Lorenzo). Si è poi trasferito a Parigi dove ha lavorato con Alain Passard a l’Arpège e poi con Peter Nilsson alla Gazzetta.
Notevole sensibilità, cultura, conoscenza della materia, laicità gastronomica e una buona dose di entusiasmo fanno di Giovanni un italiano a Parigi tutto particolare, soprattutto per quanto concerne la ristorazione. Già perché Giovanni ha appena aperto un bistrot/ristorante/localino a pochi metri da Place de la Bastille, non lontano da Peter. Investimento minimo -mi raccontava- un po’ di burocrazia (ma mai come da noi) e complessivamente non è stato difficile per lui aprire un piccolo ristorante dalla formula snella ma che ha grandi ambizioni in fatto di qualità.
Ricordo con piacere le chiacchierate fatte nel Marais a gennaio, tra un mercato e il Merci di Bd. Beaumarchais, in cui si progettavano format e contenuti del Rino (questo il nome del locale). Temi: la voglia di usare quanto di meglio il mercato parigino possa offrire come prodotti ma anche quella di mettere dentro tanti contenuti e idee italiane. Dalla pasta ripiena (splendida cifra stilistica di Giovanni) al riso, dall’olio extravergine all’estro creativo. La formula prevede un menu snello a mezzogiono (intorno ai 20euro) e una piccola degustazione (senza strafare) alla sera, tra i 35 e i 40 euro. L’inaugurazione, solo una settimana fa, la potete vedere in questo video di Omnivore.
A Giovanni un grande in bocca al lupo, anche se probabilmente non ne ha bisogno. E da parte mia un grazie per i consigli parigini e la contagiosa voglia di vivere che ha saputo trasmettermi in quei giorni freddi con la neve. Ero proprio fiero di essere italiano, come lui.
RINO
46, rue Trousseau
75011 Paris
t. (+33) (0)1 48069585
Caro Marco, inanzitutto grazie per avermi fatto “conoscere” Giovanni che non mancherò di andare a trovare nella prossima vacanza parigina…avrei voluto scambiare quattro chiacchere con te a Milano ad Identità ma purtroppo non sono riuscito, ti seguo oramai da diversi anni e non ti nego che mi sei sempre piaciuto molto, giornalisticamente parlando, mi hai sempre trasmesso passione per le cose che racconti e per il tuo modi di affrontarle…mi piacerebbe poterti parlare del nostro progetto “AUDIO DI VINO” e magari invitarti al nostro prossimo evento che si terra domenica 14 marzo a Imola con ALESSANDRO DETTORI. Credo molto nelle persone e nelle loro idee e nelle loro storie, forse di più dei prodotti stessi, ed e con questa filosofia che improntiamo le nostre serate unendoci il nostro mondo che è quello della musica.
Spero prima o poi di poterti incontrare, per il momento ti saluto e ti ringrazio
Alessandro.
E’ un piacere aver ritrovato la cucina di Giovanni, le cotture perfette, il sapiente uso delle verdure a dare spessore ai piatti, e quei ravioli (è proprio vero, splendido esecutore di paste ripiene) di testina di vitello.
E tutto già alla prima sera di servizio, lui e il giovanissimo Simone Tondo a spadellare, nella cucina rosso fuoco dietro il bancone.
E in tanti già ne parlano in Francia (oltre ad Omnivore, bella recensione su Fooding)…son rose che fioriranno….
Caro Marco, grazie della segnalazione. Io sarò a Parigi tra un paio di settimane, in rampa di lancio per i Grands Jours de Bourgogne, e appena ho letto il tuo post, mi sono affrettato a concertare con Giovanni un passaggio da Rino. Ti confesso inoltre che mi fa particolarmente piacere di tanto in tanto leggere testimonianze e ricordi affettuosi come i tuoi all’indirizzo di Uno e Bino. Anche se la mia esperienza lì era già praticamente conclusa al momento dell’arrivo di Giovanni, conoscerlo e vederlo al lavoro è stato comunque molto stimolante, e resto convinto che il suo contributo degli ultimi anni abbia giocato un ruolo decisivo nella fortuna critica del nostro locale. Ma è meglio non indulgere in sentimentalismi, chè la commozione (quella cerebrale, s’intende) è sempre in agguato. Piuttosto, e più brutalmente: visto che il nostro (Passe)Rino resta chiuso domenica e lunedì, non è che tra le dritte più recenti dell’amico Giovanni hai provato qualche indirizzo da raccomandare con speciale trasporto? Che mi dici dei vari Jadis, Frenchie e Colliot, cari a Omnivore?
Caro Giampaolo,
Colliot vale la pena, Frenchie sold out nei miei recenti tre giorni a Parigi, mi son trovato, quasi a sorpresa bene nel nuovo Choukroun, MBC, al 17°.
Se ti va una cucina quinto quarto militante, Ribouldingue, a St.Jean de Pauvre.
Oltre ad un doppio passaggio da Passerini, naturalmente….
Grazie mille caro Alfonso, e complimenti per il racconto delle tue recenti peripezie enogastronomiche parigine: la lettura dei tuoi post su Terra e Passione http://www.terraepassione.it/index.php/2010/03/02/parigi-o-cara-12/
va assolutamente consigliata a tutti, non solo ai più terragni e passionali.
Grazie Marco, il 26 sono a Parigi. Ci vado
Detto fatto
http://www.lucianopignataro.it/a/parigi-bistrot-rino/10213/
su indicazione dell’amico andrea petrini ho avuto notizie della recentissima apertura di Rino. ho già prenotato. giovedì sera alle 20.30!
Somo veramente contenta di aver ritrovato lo chef di Uno e bino, quando ha chiuso il ristorante per me è stato un vero lutto!
Programmerò presto una puntatina a Parigi per andare a mangiare da “Rino”.
ciao
Simona