Solo a casa nostra

Ci sono cose che succedono solo da noi. Nel senso che sono possibili solo in Italia. Delle vere e proprie prese per il culo che denotano spesso quale sia la concezione del rapporto cliente-ristoratore. Ieri sera, ad esempio, me ne sono successe due di quelle per cui ti chiedi: ma questi qua penseranno davvero che sono un cretino..?!

Prima ordino un due fette di prosciutto crudo al posto dell’antipasto. La risposta è: “guardi, il prosciutto glielo avrei portato comunque, in assaggio, visto che non aveva ordinato l’antipasto.” Poi ordino un risotto alla parmigiana con culaccia di Parma e Balsamico Tradizionale di Modena. Mi arriva il risotto, ma ricoperto dello stesso prosciutto di prima. Ora: può essere che hai finito la culaccia e vuoi usare il prosciutto (e dovresti dirlo), ma sei così poco furbo da usare lo stesso che hai appena servito? Se ne accorgerebbe anche un marziano.

E poi la seconda, un grande classico: ordino un vino e mentre lo ordino il cameriere (o titolare?) me ne propone un altro. Io gli dico: no, grazie. Naturalmente il primo vino non c’era e il cameriere arriva con una diversa bottiglia, scelta arbitrariamente. O meglio: manda un altro cameriere con la stessa. Questo poverino neanche dice cosa sta portando e io lo fermo un attimo prima che la bottiglia venga aperta dicendo: “scusi ma questo non è il vino che avevo ordinato…”. Risposta: “si, infatti, quello era finito…”

Queste cose succedono solo a casa nostra.

7 pensieri riguardo “Solo a casa nostra

  1. Conoscendoti, perchè un po’ credo di conoscerti, ti sarai indignato da morire, riesco persino ad immaginarmi la tua faccia….Ahahahah!!

  2. Caro Marco, ti racconto la mia ultima, facendo come mio solito nomi e cognomi.
    Ristorante Casanova a Curno (BG). Dopo aver letto una incoraggiante rece di Raspelli su La Stampa vado a provarlo.

    Il mio commensale ordina spaghetti vongole e bottarga, io un altro primo.

    Dopo aver atteso un pò, il maitre si avvicina al mio commensale e dice “gli spaghetti sono finiti (già questo la dice lunga….mai visto un ristorante che finisce gli spaghetti…) andrebbero bene delle linguine?
    Il mio commensale, che non gradisce le linguine, risponde che preferirebbe dei bucatini. Nessun problema rispondono.
    Sento un pò di tramestio proveniente dalla cucina.
    Dopo pochi istanti arriva il mio primo. Dei bucatini neanche l’ombra. E ci credo. Prima di ottenere l’assenso del cliente avevano evidentemente calato in autonomia le linguine.
    Quindi hanno dovuto calare ex novo i bucatini.
    Io intanto ho mangiato da solo.

    Davvero tragicomico. E non parlo di una pizzeria da due lire, ma di un posto discretamente piacione e non economicissimo.

    Ti chiedo:
    – come è possibile che un ristorante finisca gli spaghetti?
    – come è possibile non saperlo già all’atto di prendere le ordinazioni?
    – perchè non chiedere al cliente prima di sostituire arbitrariamente il formato di pasta?
    – accaduto l’incidente e rifiutate dal cliente le linguine, il mio primo andava rifatto e portato più tardi insieme ai bucatini. O no?
    Cos’e pazz, direbbero a Napoli.
    Un abbraccio.

    Ad Majora

  3. per iniziare ad aggiustare un po’ le cose
    dovresti dire il nome del locale
    altrimenti (esagerando) è come quando i NAS trovano
    della merce avariata o vino contraffatto e non divulgano
    il nome delle aziende coinvolte, così dopo pochi mesi sono di nuovo attive.
    un po’ di critica costruttiva non fa male

  4. Wine bar romano: ordino un nebbiolo piemontese, aspetto e arriva la cameriera con un Inferno della Valtellina. La blocco prima di aprirlo e le chiedo come mai non sia il vino che ho ordinato. Lei mi risponde con candore: “L’altro non c’era, ma non ti preoccupà capita spesso. Il prezzo rimane lo stesso”. A quel punto arriva la titolare e le pongo la stessa domanda. La risposta è: “Eh si non c’era, ma questo è sempre nebbiolo comunque”…

  5. Spaghetti alla bottarga senza bottarga. Non si vedeva e non se ne sentiva il “non delicato” sapore…

    A non voler pensar male, come ho fatto, doveva essere una semplice dimenticanza nel trambusto di una cucina sarda (dal celebre cognome) in pieno agosto.

    E cosi’ chiedo al cameriere di chiedere alla cucina di correggere l’errore. Facile: una grattuggiatina e via…

    Con mio stupore, il cameriere sostenenne la tesi che (udite udite) la bottarga in realta’ ci fosse ma che non si sentisse molto. E poi: “dipendeva dai gusti”…
    Portato il piatto in cucina, ne riesce poco dopo. Ora si’ che si vedeva e si sentiva…

    Ora, chiedo, perche’ ingarburgliarsi la vita, su cose cosi’ evidenti?

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