Grandi chef e nuove tendenze della gastronomia internazionale al Salone del Gusto e Terra Madre

Comunicato stampa:

Il Salone del Gusto e Terra Madre rappresentano un palcoscenico privilegiato sul quale ogni due anni migliaia di persone assistono allo spettacolo di grandi chef provenienti da tutto il mondo che presentano i propri piatti simbolo, ripercorrono la storia della propria cucina, raccontano innovative tecniche testimoniando con il loro lavoro il grande fermento che percorre il mondo della gastronomia a livello internazionale.

Ecco alcuni tra i protagonisti in programma:

La grande cucina del Nord sbarca a Torino con lo svedese Magnus Nilsson, chef del Faviken Magasinet, nello Jämtland, in un Teatro del Gusto profumato da bacche, erbe, fiori e licheni.
Magnus Nilsson: profondo Jämtland

Tra i Laboratori, antiche tecniche rinnovate e nuovi metodi di manipolazione, sono alla base dell’appuntamento con Lars Williams, direttore del Nordic Food Lab, l’istituto fondato da René Redzepi, chef del Noma di Copenaghen, e dall’imprenditore gastronomico Claus Meyer. Tra i frutti di queste ricerche in assaggio, il profumato e delicato gelato di alghe.
Nordic Food Lab: ritorno al futuro

La storia della cucina italiana è raccontata in quattro Teatri del Gusto che prendono spunto dal libro Cronache golose, di Marco Bolasco e Marco Trabucco, edito da Slow Food Editore, con Fulvio Pierangelini, Davide Scabin, Valentino Marcattilii e la famiglia Iaccarino che preparano i piatti simbolo dei loro ristoranti.
Qui il programma completo dei Teatri del Gusto.

Leggi le storie e i piatti simbolo degli chef raccontati su Cronache golose che parteciperanno al Salone del Gusto e Terra Madre. Nella prima puntata la famiglia Iaccarino e Don Alfonso 1890


Infine, per gli Appuntamenti a Tavola – in prestigiosi ristoranti di Torino e dintorni e nelle migliori cantine di Langa – attesa anteprima, mercoledì 24, con Davide Scabin, che mette in scena la Piola Combal: tovaglie a quadretti e posateria pesante per una cucina fedele alla tradizione, ma con un tocco d’autore. Insieme alla proposta di Enrico Crippa – l’ultima in calendario – quella di Scabin è un evento “neo pop” per una visione innovativa della cultura gastronomica regionale. Chi invece del Piemonte preferisce la tradizione in purezza non rinuncerà al menù stellato di Renzo e Giampiero Vivalda, dell’Antica Corona Reale di Cervere (Cn), che celebra 200 anni di storia. Evento top, l’Appuntamento a Tavola al ristorante Guido Pollenzo con Ugo Alciati e Mary Barale, già chef del Rododendro di Boves (Cn), che si riuniscono per omaggiare la grande cucina di territorio.

Da non perdere anche i tre Appuntamenti a Tavola per esplorare la tendenza dei neo-bistrot francesi: da Parigi, Noriaky Tamizane e Giovanni Passerini per il ristorante Rino, e Raquel Carena del Baratin; da Dijon David Zuddas del DZ’envies. Infine, la proposta di 4 giovani (e talentuosi) chef principalmente pensata per il pubblico giovane del Salone del Gusto e Terra Madre: Lorenzo Cogo del ristorante El Coq a Marano Vicentino (Vi), Damiano Donati del Serendepico a Gragnano di Lucca (Lu), Iuri Chiotti del ristorante Antiche Contrade di Cuneo ed Enrico Panero del Marin di Eataly Genova. Stessa anagrafe per i produttori dei vini abbinati.
Qui il programma completo degli Appuntamenti a Tavola.

Su www.slowfood.it tutti gli appuntamenti e la possibilità di scegliere e prenotare tra 127 Laboratori del Gusto, 23 Appuntamenti a Tavola, 14 Teatri del Gusto e poi ancora 10 Incontri con l’Autore e 19 Master of Food.
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Quest’anno, per la prima volta, il Salone del Gusto e Terra Madre sono una cosa sola: un unico grande evento, completamente aperto al pubblico, che si svolge dal 25 al 29 ottobre 2012 a Torino (Lingotto Fiere e Oval), organizzato da Slow Food, Regione Piemonte e Città di Torino, in collaborazione con Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali.

Cibi che cambiano il mondo è il tema che sintetizza il Salone del Gusto e Terra Madre 2012. Le storie di chef, artigiani e comunità del cibo di 150 Paesi testimoniano come si possa rivoluzionare il paradigma che regola questo mondo in crisi a partire dal cibo, dimostrando che possiamo fare qualcosa di buono per la nostra salute, l’ambiente e il sistema produttivo senza rinunciare al piacere del cibo e alla convivialità.

Locande d’Italia

L’uscita di una guida è sempre un momento particolare. La guardi ed è un po’ come aver partorito: ci hai lavorato su per settimane, spesso mesi. Sei commosso e orgoglioso. La guardi e cerchi di capire se è tutto in ordine: conosci perfettamente ogni riga e hai guardato e riguardato l’impaginato per giorni. La guardi e cerchi l’errore: sai che ce n’è e che te lo porterai dietro fino all’edizione successiva. Questo succede in redazione.

Per ogni guida, di carta.

Già perché Locande d’Italia 2013, la guida slow al dormire, tanti indirizzi con un’identità precisa e prezzi contenuti, esce domani in libreria ma è da oggi online su Apple Store. E’ la prima volta che mi capita che una guida sia prima online che in libreria. Ma non è un caso, ci abbiamo lavorato su.

Il layout è nuovo, l’interfaccia anche, siamo andati (crediamo) un pezzetto avanti rispetto ad Osterie, che resta il nostro piccolo caso editorialelettronico qui a Slow Food Editore: 7000 download in sei mesi, a 7.99euro. La cosa nuova e interessante di Locande è la possibilità di consultare zone di grande interesse turistico. Nonché il fatto che si possa interfacciare con Osterie, per chi ce l’ha già. Ma mi fermo qui e non rovino la sorpresa ;-)

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L’italia della birra

Se ne torna a parlare di più in occasione degli eventi importanti ma non c’è dubbio che il mondo della birra artigianale sia sempre molto attivo. L’evento, adesso, è l’attesa uscita della guida Birre d’Italia 2013 di Slow Food Editore.

Un lavoro che definirei monumentale per il numero di birre assaggiate e di birrifici visitati dalla truppa guidata da Luca Giaccone ed Eugenio Signoroni. Un lavoro che abbandona -anche qui- stellette e punteggi per uniformarsi alla nuova impostazione in chiavi di lettura sulla strada aperta da Slow Wine. La cosa non è stata capita da tutti, qualche produttore (come da copione) si è arrabbiato per le scelte fatte dai curatori ma tant’è, il fatto di non mettere tutti d’accordo può anche essere un segnale del fatto che stiamo lavorando bene. Per i lettori, ça va sans dire. Per loro abbiamo anche studiato una nuova impostazione grafica e la nuova copertina.

Un lavoro che comunque rimane sostanzialmente unico in Italia proprio perché focalizzato sul panorama artigianale locale, che è uno di quelli che stanno crescendo di più e che sono maggiormente osservati a livello mondo.

La prima occasione di festeggiamenti e presentazioni sarà all’interno di Vinòforum, a Roma, il 10 giugno. La guida arriva in libreria in queste ore, nel frattempo si può acquistare qui. In queste ore al Salone del Libro ne stiamo vendendo un bel po’. Se il buongiorno si vede dal mattino…

Delusione

Qualcuno penserà che sono un ingenuo per credere ancora nell’immutabile identità di indirizzi storici. Altri invece che sbaglio, perché la Trattoria Cadorna è un punto di riferimento del sallustiano, e di Roma.

Io comunque ieri ho avuto un’esperienza diciamo non memorabile, di quelle che ti intristiscono un po’, pensando ai fasti passati di questa bella trattoria romana. In carta le pappardelle alla trippa incuriosiscono (anche se qualche dubbio veniva già solo sull’idea) ma sono poi grossolane, con tranci di trippa troppo grandi e difficili da gestire con la forchetta, praticamente impossibili con la pasta. Sugo molto salato e un po’ acido. La coda alla vaccinara dalla cottura forse troppo breve aveva invece una consistenza lontana dalla morbidezza attesa.

Consolarsi con una semplice bruschetta? Con zucchini, peperoni, pomodori e melanzane. Dal sapore primaverile…

Trattora Cadorna

via Raffaele Cadorna 12

Roma

prezzo: sui 40euro

A scuola da Niko

Mi duole talmente di non essere potuto andare alla conferenza stampa di presentazione della nuova scuola di Niko che cerco di rifarmi parlandone qui.

Il progetto è un progetto bellissimo: un centro di formazione della cucina italiana ideato e gestito da Niko Romito con l’apporto scientifico di Slow Food Italia e dell’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo. Dice lo chef: qui a Castel di Sangro si incontrano identità, studio, creatività, cibo e territorio. Un lavoro fatto di ricerca continua, confronto d’idee, produzioni autentiche e materie prime di qualità.” Mentre l’apporto dell’università si concretizzerà in lezioni teoriche di chimica del gusto, storia delle culture materiali, diritto degli alimenti, botanica. La parte pratica, ça va sans dire, è garantita dallo chef e da un laboratorio di lavoro dotato delle più moderne tecnologie. Oltre alla collaborazione prevista di illustri colleghi, da Alajmo ad Uliassi, solo per usare lettere dell’alfabeto distanti fra loro.

Ho fatto parte del gruppo che ha lavorato all’idea, insieme al coordinatore scientifico per la parte UNISG Nicola Perullo, a Roberto BurdeseRaffaele Cavallo. Penso che si tratti di un progetto interessante e innovativo, e anche per questo Slow Food ha dato il suo contributo. Un progetto che si inserisce in uno scenario che vedrà a breve altre importanti aperture: i 4000 metri quadrati delle scuole del nuovo Eataly Roma e -dall’altro capo della città- il non meno ambizioso “cantiere” di Angelo Troiani con le sue scuole tra Corso Francia e il Fleming. Eppoi io con Niko ho un po’ cominciato: i primi servizi per la tv, i miei primi articoli, le prime guide. Perciò, anche stavolta, gli faccio un grande in bocca al lupo!

Slow Wine e i suoi fratelli

Se l’anno scorso, con il numero zero, non è stata facile, quest’anno i progetti ambiziosi erano una sfida ancora più grande. Slow Wine, la guida ai vini di Slow Food Editore, doveva mettere il naso fuori dall’Italia. E accreditarsi. Un po’ di scaramanzia e tanto lavoro e non abbiamo gridato in giro quello che stiamo facendo. Oggi possiamo farlo.

Oggi, perché ieri al Metropolitan Pavillion di New York c’erano quasi 1500 persone (più di 800 dal trade) a conoscere l’edizione in inglese della guida. Dopodomani a Chicago, da Spiaggia e il 4 al Golden Glass di San Francisco.  E perché il 16 gennaio abbiamo debuttato insieme ad Hallwag con Der Feinschmecker e un estratto in lingua tedesca. Che è stato distribuito in più di 120.000 copie! Foto e info su Facebook.

Sta andando molto bene, il pubblico è curioso e si aspetta molto. I racconti intorno al vino sono nuovi e interessanti. Come anche questo.

Le guide e le App: il caso Osterie

Le guide, la carta vs. il web, il 2.0. Dibattito apertissimo e ricco di spunti. Tra questi, da editore, devo dire che il fronte applicazioni per smartphone -e più in particolare l’Apple Store- sono di fatto il primo approdo concretamente redditizio per le nuove guide. Inventate di fatto per essere un modo concreto per bypassare il problema della reticenza agli acquisti su internet i piccoli acquisti “oneclick” inventati dalla casa di Cupertino. Di fatto con l’Iphone gli acquisti si fanno, eccome.

Detto questo resta il problema del rapporto costi-ricavi. Realizzare un’applicazione ben fatta oggi come oggi costa e il prezzo di vendita (detratta la quota che rimane ad Apple) non ripaga sempre tanti sforzi. Perlomeno perché i numeri, spesso ancorati a qualche decina o poche centinaia di download, non sono sempre così lusinghieri. Non sempre.

Già perché Osterie d’Italia 2012, realizzata da Slow Food Editore in partnership con Ovolab, per me è un piccolo caso. Sicuramente gli sforzi per realizzarla al meglio li abbiamo fatti. Ma migliaia di download in due mesi, essere a lungo “App della settimana”, rimanere nella classifica delle “Top redditizie” non ce lo aspettavamo davvero. Evviva!